

LUNEDI' | ||
h 19,00-21,00 | orso djambe | Lisa |
h 21,00-24,00 | SERATA LUDICA | Aaron, Lisa |
MARTEDI' | ||
h 17,00-18,30 | Associazione Crema | Associazione Crema |
h 19,00-21,00 | corso di tai chi | Sergio Pastore |
h 21,00-23,00 | ASSEMBLEA ORDINARIA | Consiglio Direttivo |
MERCOLEDI' | ||
h 10,00-12,00 | corso chitarra | Fabio |
h 17,00-18,00 | Associazione Crema | Associazione Crema |
h 18,00-20.00 | corso chitarra | Fabio |
h 20.00-24.00 | CHIUSURA SETTIMANALE |
|
GIOVEDI' | ||
h 17,00-18,30 | Associazione Crema | Associazione Crema |
h 19,00-21,00 | corso di djambe | Lisa |
h 21,00-24,00 | CINEFORUM | Massimiliano, Susanna |
VENERDI' | ||
h 19,00-21,00 | corso di tai chi | Sergio Pastore |
h 21,00-24,00 | SPAZIO LIBERO | Turni da definire sett. |
SABATO | ||
Apertura per iniziative speciali organizzate dall'Associazione; cessione dello spazio a terzi per iniziative, feste e compleanni. In caso non siano in programma eventi del tipo sopra indicato il centro rimarrà CHIUSO . | ||
DOMENICA | ||
Apertura per iniziative speciali organizzate dall'Associazione; cessione dello spazio a terzi per iniziative, feste e compleanni. In caso non siano in programma eventi del tipo sopra indicato il centro rimarrà CHIUSO . |
sabato 24 marzo : cena sociale e dibattito, in collaborazione con la comunità Hare Krishna
domenica 25 marzo : concerto pomeridiano
Il Direttivo ha, inoltre, accolto la proposta di organizzare una festa in collaborazione con altre associazioni giovanili dell'hinterland e della provincia nord-ovest di Milano nel mese di giugno. Si decide di fissare con le associazioni coinvolte un primo incontro presso il centro per questo martedì 27 febbraio alle ore 21,30 per valutare insieme la realizzabilità della proposta ed eventualmente stabilire la data precisa della festa. Si procederà nel corso dei mesi successivi a mantenere i contatti e al vero e proprio lavoro di organizzazione.
1 - Decentramento delle eccellenze di funzioni culturali per la riqualificazione urbana, ove si stanno realizzando i grandi progetti di trasformazione urbanistica, soprattutto nelle aree dismesse;
2 - Mantenimento e recupero della memoria storica dei quartieri di Milano e dell'archeologia della civiltà industriale e del lavoro dei due secoli scorsi, con la riscoperta di itinerari e luoghi della memoria collettiva, ove affondano le radici storiche e culturali le comunità locali.
3 - Vivibilità dei quartieri in funzione di una città policentrica, che ripensa non solo ad una mappa di servizi con standard europei, ma elabora progetti e realizza un modello di "bellezza urbana" dei quartieri di Milano sia sul piano architettonico e monumentale, sia sul piano artistico e ambientale con il decentramento di: musei, teatri, sale musicali e cinematografiche multimediali, luoghi di eventi d'aggregazione per giovani e adulti in strutture culturali d'eccellenza, che mancano.
La "cultura a Milano" penalizza solo quei circoli o associazioni, quegli enti o fondazioni culturali della società civile che vivono tra emarginazione e silenzio, perché non hanno voce in capitolo e, quindi, non meritevoli d'ascolto, tanto che gli amministratori discriminando e ignorano tale realtà.
a - La cultura è ormai diventata sempre più privilegio di ristretti gruppi d'intellettuali, di esperti o e manager su cui le istituzioni locali concentrano risorse. Sono tutelati soltanto pochi "santuari o templi della cultura", dalla Scala agli Arcimboldi, dai Teatri alle Orchestre, dalle grandi Fondazioni ai gruppi imprenditoriali manageriali, dai docenti universitari all'esercito di consulenti esterni che imperversano negli enti locali che, pur dando lustro, fagocitano e, spesso, sperperano miliardi, accumulando deficit nella consapevolezza di trovare sempre chi ripiana i loro debiti.
Basta "fare la voce grossa" con i tanti prezzolati intellettuali, che condizionano gli organi d'informazione e fanno un'azione di "pressing lobbistica" verso gli amministratori, che spesso sono ammanicati con certi "poteri forti" e che poi ritroviamo tra i consulenti esterni a cui viene appaltata la cultura o tra gli esperti delle Commissioni culturali degli Enti locali o delle fondazioni bancarie; esperti cioè bravi a selezionare le risorse finanziarie con criteri "pro domo sua".
b - Non faccia, perciò, meraviglia se il sostegno economico viene assicurato solo agli Enti miliardari ben sponsorizzati e, spesso, si nega qualche briciola di sostegno alle rare iniziative culturali esistenti in periferia, ove non si pratica alcuna esperienza di decentramento in strutture policentriche e multifunzionali di alto livello, come succede in altre città d'Europa.
Esiste, al contrario, una sorta di discriminazione o di razzismo culturale, spesso ideologici, verso il pluralismo di Enti, Circoli e Fondazioni culturali minori, che operano fra emarginazione e silenzio e che non hanno pari dignità rispetto agli ambienti economici, universitari, manageriali, come se la
cultura fosse privilegio di tecnocrati o della borghesia, o d'intellettuali addetti ai lavori o di esperti, che scialano fiumi di denaro pubblico e privato. Non esiste un minimo progetto politico o un processo d'ideazione e di promozione dal basso della società civile milanese, che viene sempre più penalizzata con il taglio dei contributi verso le realtà culturali che operano in periferia.
E questa semplice gestione dell'esistente, da parte di"entourage burocratico ed espertocratico", costituisce, a mio parere, il nodo della "Questione culturale a Milano" e dimostra la vera incapacità delle istituzioni di pensare al futuro dell'area metropolitana milanese con il decentramento delle eccellenze culturali. Chiediamo, perciò, una visione d'insieme o un progetto culturale per Milano, "cuore della Lombardia"; rivendichiamo una città europea policentrica e multifunzionale: positiva in tale direzione risulta la collocazione della "nuova Accademia di Brera e della nuova Triennale" alla Bovina.
Pensate quanto sia triste la mancata bonifica dell'Area AEM, già destinata al Nuovo Politecnico, che ha rinviato la nascita del "Museo del Presente", almeno di venti anni.
c - Contro tale mentalità di "una cultura per il centro e una sottocultura per la periferia", la Fondazione Carlo Perini, già omonimo Circolo culturale che da 45 anni vive nella trincea della "Nuova Frontiera" nel deserto della periferia urbana, continua ad identificare la sua "cultura non del piagnisteo, ma di elaborazioni di progetti e proposte, che non vengono esaminate o sono costantemente ignorate, nonostante gli studi e le ricerche pubblicate.
E siamo qui, con la nostra caparbietà scomoda, a svolgere il nostro dovere di presenza e di testimonianza per chiedere un cambio d'indirizzo alla politica culturale milanese non attraverso una "cabina di regia centralizzata", che fa piovere dall'alto un indirizzo di progettualità culturale, ma promuovendo sul territorio "progetti specifici d'interessi culturali, valorizzando ed armonizzando le esperienze di associazionismo e di volontariato presenti sul territorio milanese. Vale a dire:
- promuovere e valorizzare dal basso le esperienze culturali nei quartieri di Milano;
- dare identità storica e prospettive di sviluppo alle comunità locali;
- allargare il nostro l'orizzonte d'interesse culturale a Milano nella periferia nascosta, per riscoprire gli " i luoghi e gli itinerari della memoria dei beni artistici e culturali" presenti sul territorio.
Senza progettualità e senza decentramento delle eccellenze culturali in periferia, Milano non sarà mai una città veramente europea.
Pensate alla cancellazione dell'archeologia industriale e alla incapacità di salvaguardare gli ultimi itinerari storico culturali della civiltà industriale e del lavoro con le sue ciminiere, i suoi capannoni, antichi selciati delle strade prenapoloeoniche che collegavano le vecchie municipalità diventati quartieri di Milano. Bisogna andare in qualche valle bresciana per trovare timidi tentativi di tutela di questo patrimonio.
I "Beni culturali" della nostra periferia urbana costituiscono, tuttora, un notevole patrimonio artistico-monumentale, documentato anche nell'ultima ricerca della nostra Fondazione su "Milano oltre le mura e le porte storiche". Non esiste però un progetto coerente e coordinato di recupero del valore ambientale periferico e urbano per tutelare ville, piazze, cascine, chiese, monumenti… che pur costellano la realtà milanese e che rappresentano i luoghi della cultura per far rivivere la "memoria identitaria" dei quartieri, per riscoprirne la storia e la tradizione, per dare coesione sociale, identità e orgoglio di appartenere alle comunità locale.
Si esaltano i santuari della cultura, si declama e si privilegia l'eccellenza e la qualità di gruppi culturali elitari e miliardari, si condanna, con truffaldina astuzia la cultura del "piagnisteo" e la i quartieri di Milano continuano ad essere abbandonati, perché non hanno voce nelle stanze del potere e razzisticamente discriminati.
E noi del Perini, continueremo a dispiacere sia agli uomini di potere di destra, sia a quelli di sinistra.
Ma a che cosa serve questa mia sofferta e inascoltata esternazione, perché giudichiamo dai fatti?
4) CARNEVALE DI QUARTIERE
5) TANTI AUGURI A:
Antonio De V. (5/02) e Beatrice F. (10/02)