Sceneggiatura: Bo Goldman, Lawrence Hauben
Fotografia: Haskell Wexler
Interpreti: Jack Nicholson, Louise Fletcher, William Redfield, Will Sampson, Brad Dourif, Michael Berryman, Peter Brocco, Dean R. Brooks, Scatman Crothers, Mwako Cumbuka, Christopher Lloyd, Danny DeVito, William Duell, Josip Elic, Lan Fendors, Nathan George, Ken Kenny, Mel Lambert, Sydney Lassick
Nazionalità: USA, 1975
Durata: 1h. 13'
Uno dei più bei film mai realizzati. Adattato per lo schermo da Lawrence Hauber e Bo Goldman a partire dal romanzo di Ken Kesey già trasposto sul palcoscenico da Dale Wasserman, "Qualcuno volò sul nido del cuculo" è un film terrificante nel modo in cui rappresenta lo spirito di ribellione che si viene a creare in un uomo già problematico di suo, quando messo all'interno di un ambiente spersonalizzante come quello di un manicomio. Mantenendo le stesse idee del libro ma presentandole in modo meno schematico, più cinematografico, il film riesce ad essere attuale pur ambientando la storia nel 1963 (un anno dopo la pubblicazione del romanzo): Forman è stato bravo a non farsi influenzare dall'atmosfera a metà strada tra il poetico ed il paranoico che trasuda dalle pagine di quella che è diventata quasi una Bibbia atea per la generazione che ha manifestato contro la guerra in Vietnam.
Jack Nicholson offre la miglior interpretazione della sua carriera - sì, anche meglio di "Shining" - e per nostra fortuna è circondato da attori in stato di grazia. Ma al di là delle ottime prove di Louise Fletcher (Oscar), Brad Dourif (nomination) e Will Sampson, è Nicholson il centro del film. O meglio: è il personaggio di Nicholson ad essere il centro dell'universo rappresentato in questo film, un universo in cui lo spirito umano sembra essersi definitivamente arreso, dove gli sforzi di un singolo rimbalzano contro l'indifferenza di chi si cerca di aiutare. Ma "Qualcuno volò sul nido del cuculo" non è solo una parabola anticonformista, è un viaggio nella paura più umana di tutte: quella che i nostri difetti vengano ingigantiti agli occhi degli altri, e che questo ci renda degli emarginati. Emozionante come poche altre pellicole nella storia del cinema